Le attività della Cooperazione Italiana nei Caraibi risalgono agli anni Novanta, con la firma di accordi bilaterali e l’avvio delle prime attività di cooperazione. Nel 2015, l’Italia e la Comunità Caraibica (CARICOM) hanno firmato un Memorandum d’Intesa sulla Cooperazione, identificando come aree prioritarie di comune interesse: l’ambiente, la gestione del rischio di calamità , le energie rinnovabili e la lotta al crimine organizzato.
Nella Regione caraibica, la Cooperazione Italiana ha contribuito negli anni passati a migliorare la produttività e sostenibilità agricola, forestale e della pesca (AID 10666 - REACH), a promuovere la biodiversità attraverso la gestione basata sugli ecosistemi (AID 10124 - Biodiversità per lo Sviluppo Sostenibile), a migliorare la formazione nel settore statistico (AID 10179 – Capacity Building nel settore statistico) e a rispondere alle emergenze legate a calamità naturali (Fondi per Uragano Matthew). Il dialogo con organi internazionali come CARICOM (Comunità Caraibica), ACS-AEC (Associazione degli Stati Caraibici) e OECS (Associazione degli Stati dei Caraibi Orientali) consente una disseminazione più efficace e organica delle proposte dell’Agenzia. Allo stesso tempo, si portano avanti comunicazioni bilaterali, al fine di rafforzare il rapporto diretto con i Governi nazionali.
Inoltre, l’Italia nel 2006 è stata tra i promotori e maggiori sostenitori del Global Island Partnership (GLISPA), importante coalizione per la costruzione della resilienza e sostenibilità delle comunità insulari a livello globale.
AMBIENTE E AGRICOLTURA
Con i suoi 27 stati-isole, l’area caraibica rappresenta la metà dei SIDS mondiali ed è abitata da 7,5 milioni di persone, tra cui minoranze indigene e afrodiscendenti. Questi Paesi sono spesso caratterizzati da culture vivaci e da una ricca biodiversità , allo stesso tempo condividono simili sfide di sviluppo e di sostenibilità .
La condizione di insularità comporta infatti una marcata fragilità socioeconomica dovuta alla limitata disponibilità di risorse, alle scarse opportunità occupazionali, alla lontananza dai continenti e alla vulnerabilità al cambiamento climatico. Con i nostri progetti, contribuiamo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 per quanto riguarda il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità , ma anche ed in particolar modo per quanto concerne la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse naturali e marine (SDG14 e 15).
Il nostro impegno è incentrato sulla salvaguardia del patrimonio naturale, in particolare degli ambienti marini fortemente minacciati dalla pressione antropica. Nello specifico, ad Antigua e Barbuda, Grenada, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia e Saint Vincent e Grenadine, con il progetto Closing the Caribbean Plastic Tap (AID 12749, IUCN) promuoviamo una gestione sostenibile dei rifiuti, prestando attenzione particolare a quelli plastici riciclabili, creando opportunità di lavoro per giovani e donne e coinvolgendo istituzioni, società civile e la comunità scientifica internazionale.
Finanziamo anche il Programma di supporto diretto ai progetti di sviluppo sostenibile nei Paesi della Comunità Caraibica (CARICOM), un credito di aiuto volto a migliorare le capacità endogene di adattamento ai cambiamenti climatici e a stimolare un’agricoltura sostenibile e l’uso responsabile delle risorse ambientali, soprattutto quelle oceaniche. Il credito punta a contribuire all’incremento della quota di energie rinnovabili e della popolazione che ne può fruire, al raggiungimento di un accesso universale ai servizi igienico-sanitari, nonché alla resilienza agli uragani e ad altre calamità naturali. All’interno della programmazione 2023, è inserita anche l’iniziativa Pianificazione dello spazio marino nei Paesi del Caribe Orientale.